La matematica non è un opinione e la profonda crisi che sta attraversando l’agricoltura della Sardegna centrale richiede una immediata sterzata per impedire che la situazione divenga irreversibile.
Il fenomeno dello spopolamento delle zone interne, l’invecchiamento della popolazione, la riduzione della presenza dello Stato non sta trovando nessun intervento adeguato e gli strumenti preposti a ciò, come i Gruppi di Azione Locale, sono al palo. Infatti, commentano il Vice Presidente ed il Direttore della Coldiretti Nuoro Ogliastra Vincenzo Cannas e Aldo Manunta, come possiamo concepire uno sviluppo integrato tra sistemi produttivi, indispensabile in particolare nelle aree di malessere demografico, se le risorse dell’asse III e IV del PSR, gestite con un approccio Leader attraverso i GAL, attendono ancora di essere messe a bando?
I numeri parlano chiaro: rispetto alle risorse dell’Asse III e IV, pari € 198.769.548, ne sono state programmate € 166.926.135 ma speso, nonostante siano passati ormai quasi quattro anni dall’approvazione del PSR, zero euro!
Questo risultato, abbastanza sconfortante pone la Sardegna tra le ultime regioni italiane dell’Obiettivo convergenza anche se mai le Istituzioni Regionali hanno messo in evidenza tale dato.
Nella Sardegna centrale i cinque GAL operanti (Distretto rurale delle regioni storiche Barbagia – Mandrolisai – Gennargentu – Supramonte; Sarcidano – Barbagia di Seulo; Marghine; Nuorese – Baronia; Ogliastra e Terre Shardana) non hanno ancora speso i quasi 80 milioni di euro a disposizione di cui solo il 19%, pari a € 15.273.608, sono destinati al comparto agricolo per la misura 311, la misura che sostiene la diversificazione delle fonti di redditto della famiglia agricola valorizzando la multifunzionalità dell’azienda agricola verso nuove attività (Agriturismo, piccoli laboratori di trasformazione, spazi per la vendita diretta, spazi per il turismo equestre, attività didattiche e sociali in fattoria, piccoli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili).
TOTALE SPESA PUBBLICA |
Misura 311 |
% |
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Barbagia – Mandrolisai – Gennargentu – Supramonte |
€ 20.123.867 |
€ 2.869.314 |
14% |
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Sarcidano – Barbagia di Seulo |
€ 12.853.963 |
€ 2.700.000 |
21% |
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Marghine |
€ 8.581.598 |
€ 1.186.844 |
14% |
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Terre Shardana |
€ 19.295.613 |
€ 3.782.450 |
20% |
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Nuorese – Baronia |
€ 7.355.459 |
€ 2.495.000 |
34% |
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Ogliastra |
€ 10.857.978 |
€ 2.240.000 |
20% |
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TOTALE |
€ 79.068.478 |
€ 15.273.608 |
19% |
Fonte: Regione Sardegna - www.regione.sardegna.it
La scarsità di fondi destinati al’agricoltura è abbastanza in contrapposizione rispetto a quanto ci si propone in tutti i Piani di Sviluppo Locale dei GAL dove nelle parole si vuole far fruttare la tradizione rurale, dall’altra non si assegnano risorse adeguate. Mentre nei GAL come quello del Nuorese-Baronia e dell’Ogliastra alle misure dedicate al comparto agricolo, (mis. 311) vengono destinate importanti risorse (34% e 20% della spesa pubblica totale del GAL), nel GAL più importante per la Sardegna centrale per risorse assegnate, il Gal del Distretto storico della Barbagia – Mandrolisai – Gennargentu – Supramonte, nonostante una dotazione di 20 milioni di euro, alle misure dedicate all’agricoltura vengono destinati appena il 14% delle risorse, pari a 2.800.000 di euro.
L’agricoltura, commenta Luca Saba, direttore della Coldiretti Sardegna, può dare un’importante contributo per invertire, o comunque rallentare, questa tendenza a patto che sia messa al centro di politiche che non siano più orientate all’affrontare l’emergenza ma che intervengano sui problemi in maniera strutturale e definitiva.
Per programmare lo sviluppo futuro, incalza il direttore Saba, Coldiretti ha messo in campo un progetto economico di valorizzazione delle produzioni e delle filiere locali, dando impulso ad un sistema organizzato nel quale sono le imprese agricole, le cooperative, in sintesi tutti i produttori agricoli, a sostanziare sul mercato l’offerta dei prodotti con le loro produzioni. Occorre sostenere ed accompagnare con politiche mirate queste iniziative, finalizzate a garantire l’origine e la tracciabilità dei prodotti, costruendo un modello produttivo e commerciale che esprime valori e legame con il territorio.
Solo cosi, conclude Saba, si potranno creare le condizioni per una agricoltura realmente competitiva che sviluppi nuove occasioni occupazionali, frenando i fenomeni di spopolamento ed di abbandono del territorio che stanno di fatto distruggendo i delicati equilibri che da sempre hanno caratterizzato la nostra isola.