2 Agosto 2010
IMPRENDITORIA GIOVANILE

Un giovane che vuole aprire un’impresa agricola o un agriturismo impiega oggi almeno due anni e mezzo per farlo, a causa della burocrazia che limita di fatto la libertà di impresa. Questo è uno dei dati che è stato presentato in occasione del direttivo di Giovani Impresa Coldiretti dal delegato interprovinciale Alessandro Demurtas.  
Le pastoie burocratiche, rileva il delegato Demurtas, risultano essere uno degli ostacoli principali all’avvio dell’attività agricola è ciò è confermato dai sondaggi svolti da  un’indagine Coldiretti-Swg dalla quale emerge che 4 giovani su dieci indicano le lungaggini nell’esame e nella predisposizione di domande e documenti come il principale problema del settore agricolo. Secondo la ricerca - sottolinea Demurtas - un giovane che volesse oggi dare vita ad un’impresa agricola usufruendo degli strumenti messi a disposizione dalla politica di sviluppo rurale impiega in media un periodo pari a 2 anni e mezzo. Analizzando i vari adempimenti necessari ad avviare l’attività, si scopre che soltanto l’apertura della partita iva e l’iscrizione al registro delle imprese e all’Inps portano via un totale di 13 giorni. I bandi dei Programma di sviluppo rurale (PSR) per l’insediamento dei giovani in agricoltura escono solitamente dopo 120 giorni dall’approvazione dei Psr stessi. Passato questo periodo è possibile presentare la domanda, che impiega però 60 giorni per essere recepita, più altri 260 perché venga completata l’istruttoria.
Il decreto che dà il via libera materiale – rileva ancora il delegato Demurtas - alle misure per l’insediamento dei giovani viene in genere emesso dopo circa un anno, e altri 90 giorni serviranno per accedere al credito. In totale fanno circa due anni e mezzo per poter avviare l’attività, con l’ulteriore considerazione che per ultimare gli investimenti saranno necessari almeno altri 18 mesi. Dinanzi a tale situazione occorre - secondo Alessandro Demurtas – uno sforzo comune per lo snellimento delle procedure, anche attraverso l'effettivo coinvolgimento dei centri di servizi promossi dai privati, al fine di non pregiudicare il ricambio generazionale in agricoltura.
Le richieste dei giovani di insediarsi in agricoltura dimostrano come il settore stia ritornando  a rappresentare una valida alternativa specie in un territorio dove altri settori mostrano un rallentamento. Una voglia che deve essere sostenuta con atti concreti di carattere strutturale che liberino dai troppi vincoli oggi esistenti lo spirito d’impresa presente nelle nuove generazioni.
In Italia sono quasi centomila i giovani under 35 che hanno scelto di porsi alla guida di aziende agricole e rappresentano la componente più dinamica dell'agricoltura italiana e rispetto al passato si segnala l'ingresso di giovani provenienti da famiglie, attività e studi extragricole in percentuale maggioreo.
Le imprese condotte da giovani hanno una tenuta nettamente superiore a quella della media del settore. Secondo una indagine della Coldiretti le aziende agricole dei giovani under 35 possiedono, infatti, una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media ( 9,4 ettari rispetto alla media nazionale di 6,1), un fatturato più elevato del 75 per cento della media (18.720 Euro rispetto alla media nazionale di 10.680) e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Inoltre - conclude Demurtas  - le giovani leve della campagna hanno una maggiore propensione al biologico (3,7 per cento delle aziende rispetto alla media nazionale di 2,1 per cento), ma incontrano qualche difficoltà nell'acquisto del capitale terra che solo nel 54 per cento dei casi è in proprietà rispetto al 74 per cento della media nazionale.

Progetto “La Buona carne: dall’allevamento alla tavola del consumatore

Progetto di promozione della carne nei territori e delle aziende della Provincia di Nuoro Ogliastra  l'Evento è incentrato su tre appuntamenti a carattere convegnistico educativo e fieristico promozionale indirizzati a far toccare con mano la centralità e i primati dell’ agricoltura italiana e in particolare delle produzione delle aziende della provincia di Nuoro.  Le aree geografiche scelte saranno il Mandrolisai, la Baronia e il Nuorese. Il progetto nasce con l'intento di recuperare quel salutare rapporto diretto tra produttore e consumatore mediante azioni di promozione, coinvolgendo produttori agricoli, artigiani e altre attività strettamente legate alla filiera della carne.